Domenico Barillari

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Artisti Pisani
 

La famiglia Barillari, distintasi per le numerose opere di scultura, intaglio e incisione lasciate nelle chiese della Calabria, trova qui spazio perchè strettamente imparentata con la famiglia Pisani. Alcuni suoi membri sono ricordati per le opere di stucco realizzate in molte chiese della Calabria meridionale e per pregevoli intagli lignei di basi processionali, stalli ed oggetti di pertinenza ecclesiastica. Sono notevoli anche i lavori eseguiti presso la fabbrica d'armi di Mongiana, dove si erano fatti notare per la damaschinatura sulle canne dei fucili da caccia.
Di alcuni esponenti della famiglia Barillari si conoscono poche ma interessanti notizie; per altri, invece, il materiale bibliografico è più ricco ma non rientra nella tematica artistica. Vanno comunque ricordati tutti per il lustro che hanno dato a Serra San Bruno e, in particolare, alla famiglia.
Ruggero Barillari, di Salvatore e Illuminata Iorfida, fratello del più famoso Salomone, nacque a Serra San Bruno il 15 luglio 1836. Fu definito “valoroso incisore”, “disegnatore, armaiolo, meccanico... inarrivabile nel maneggio del bulino”. Sposò Girolama Morabito ed andò a vivere ad Oppido Mamertina, in via dell'Annunziata. Divenne noto per aver inciso un San Giorgio a cavallo sulla zappa usata per la posa della prima pietra (o per il primo colpo) nei lavori di costruzione del porto di Reggio. Morì ad Oppido il 6 giugno 1880 all'età di 44 anni. (Rocco Liberti, Artisti di Oppido Mamertina nel secolo XIX poco o affatto conosciuti, in Brutium, a. LI, n.1, gennaio-marzo 1972; G.B. Marzano, Scritti, IV, 253).
Il primo salesiano coadiutore della Calabria, Carmelo Barillari, era un “escultor insigne”.
Giunse in Uruguay, al Collegio Pio il 4 febbraio 1892, spingendo il carretto con cui trasportava scalpelli e sgorbie, gli strumenti della sua arte con cui riusciva a scolpire meravigliose opere in legno. Ne rimangono a testimonianza perenne il pulpito e i banchi del Santuario Nazionale di Maria Ausiliatrice di Villa Colon, la sua ultima opera, interrotta a causa della morte. Don Carmelo era un ottimo scultore ma anche un uomo di cultura superiore alla media. Lettore assiduo, attento e intelligente del Vangelo, ne sfoggiava una conoscenza non comune.
Inoltre era solito invitare un confratello a recitare con lui un paio di ottave della Gerusalemme liberata del Tasso, di cui conosceva a memoria lunghi versi. Lo faceva con gusto squisito e senso profondo. Ma a detta di tutta la comunità don Carmelo soprattutto era un uomo di Dio, di elevata preghiera, di profondo spirito di devozione e di solidissima virtù, che in breve tempo aveva saputo adattarsi completamente alla regola salesiana.
La mattina di domenica 27 dicembre 1897, si soffermò in cortile con i novizi, li prese in giro affettuosamente come era solito fare, e si fermò contento in loro compagnia, anche se apparve a tutti molto pallido. A mezzogiorno si recò con la comunità in refettorio e dopo aver preso il suo posto davanti al Direttore, si chinò di lato all'improvviso cadendo a terra pesantemente. Non si risvegliò più da quell' attacco fulminante, lasciando al tramonto la terra per il cielo. Nato a Serra San Bruno il 30 agosto 1838, morì a Las Piedras a 59 anni.
Alessandro Barillari nacque a Serra San Bruno il 10 maggio 1859 e vi morì il 27 dicembre 1832. Fine intagliatore, è da ricordare per la realizzazione di tutte le opere lignee nel cantiere della Certosa, soprattutto degli stalli della chiesa conventuale. Suo fratello Giuseppe (Serra San Bruno, 10 ottobre 1847 – 25 novembre 1902), vescovo di Cariati, fece eseguire nella sua Cattedrale gli altari minori in marmo e tutte le suppellettili e gli ornamenti artistici dell'episcopio.
Teresina Barillari (Serra, 1860 – 25 giugno 1926) detta “la signora maestra”, figlia di Vincenzo, di professione architetto, e di Elisabetta Tedeschi, fu una nota ricamatrice. Sono suoi molti dei paramenti sacri custoditi nelle chiese di Serra San Bruno. Fu allieva della zia, Suor Crocifissa Barillari, (Serra, 15 aprile 1833 11 aprile 1914) di cui conosciamo una tovaglia d'altare consegnata il 25 dicembre 1893 alla Chiesa Matrice ed oggi custodita nel Museo Parrocchiale San Biagio.
Di Salomone Barillari, detto “Conforto” (Serra, 1864 – 15 aprile 1921) è noto a Serra il tavolo del Cassiere della Regia Arciconfraternita di Maria SS. Addolorata, un capolavoro di intaglio ligneo.
Altri intagliatori ed ebanisti furono i fratelli Francesco (Serra, 1782 – 9 settembre 1869) e Raffaele Barillari (Serra, 1782 – 16 dicembre 1869) fu Vincenzo che, insieme a Domenico Rossi fu Stefano e si obbligarono davanti al notaio, il 1° novembre 1807, a costruire gli armadi di castagno della sagrestia della Chiesa Matrice di Serra San Bruno, eleganti nel disegno e nella realizzazione.
Tra gli ebanisti spiccano pure i nomi di Bruno Maria (Serra, 1782 – 29 agosto 1848) e Salvatore Barillari (Serra, 5 giugno 1817 – 29 marzo 1890) , padre e figlio, a cui si devono mobili e stalli realizzati in varie zone della Calabria. Altri figli di Bruno Maria, Mosè (Serra, 14 marzo 1831 – 13 settembre 1905) e Giuseppe (Serra, 1811 – 29 maggio 1868), si distinsero come valenti armaioli. Di quest'ultimo sappiamo che subì un processo per una fabbrica d'armi clandestina aperta a Serra San Bruno a danno di quella di Mongiana.
Anche se non attengono al campo artistico è doveroso ricordare pure i discendenti dell'architetto Domenico Barillari, Michele (Reggio Calabria, 25 ottobre 1872 – Torre del Greco, 1965), figlio di Bruno, a sua volta architetto, e di Mariangela Borruto, si laureò in giurisprudenza e conseguì, nel 1914, la libera docenza in filosofia. Costituzionalista e filosofo del Diritto, tenne cattedra a Cagliari, Catania, Salerno e Bari, dove ricoprì la carica di rettore dell'Università. Il figlio Bruno, (Radicena, 22 luglio 1898) laureato in lettere antiche, noto pubblicista, fu addetto alla Biblioteca Nazionale di Napoli. Collaborò con varie e prestigiose riviste quali l'Archivio storico per la Calabria e la Lucania, Calabria Nobilissima, Nuova rivista storica, Cronaca di Calabria, Albori e Brutium.

Domenico Barillari, Decoro in stucco,  Chiesa Maria SS. dei Sette Dolori, Serra San Bruno

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